Nella mia esperienza di vita ho visto molti casi di epilessia di vario tipo e entità.
Ma quello che mi ha colpito di più è quello di un mio amico affetto da 28 anni da una delle più rare forme di epilessia al mondo.
Questa forma di epilessia è chiamata epilessia di “Thomson” alcuni dei sintomi sono gli stessi che sono presenti nelle altre forme di epilessia (apatia, depressione).
Questo particolare tipo di epilessia che conta pochi casi di malati nel mondo interessa maggiormente il sistema nervoso centrale e anche la sfera emotiva.
Il soggetto quando è in preda a crisi epilettiche o auree epilettiche si sente fragile infatti in questi casi e molto frequente che il soggetto piaga e cerchi la protezione di una persona a lui cara.
Per quanto riguarda l’aspetto emotivo la persona e molto affettuosa e dolce verso chi la comprende.
Essa ha bisogno di tanto affetto comprensione da chi li circonda.
Seguendo questo tipo di epilessia da ormai 2 anni ho capito che anche le parole sono importanti e a volte servono di più di tutto il resto.
Le parole danno speranza al soggetto e a volte lo aiutano a vivere e a non sentirsi solo.
A volte comunque è estremamente difficile aiutare questo tipo di persone (almeno dal mio punto di vista) bisogna a mio avviso avere molta forza d’animo e voglia di lottare e soprattutto molto amore da offrire e da ricevere.
Ma quello che mi ha colpito di più è quello di un mio amico affetto da 28 anni da una delle più rare forme di epilessia al mondo.
Questa forma di epilessia è chiamata epilessia di “Thomson” alcuni dei sintomi sono gli stessi che sono presenti nelle altre forme di epilessia (apatia, depressione).
Questo particolare tipo di epilessia che conta pochi casi di malati nel mondo interessa maggiormente il sistema nervoso centrale e anche la sfera emotiva.
Il soggetto quando è in preda a crisi epilettiche o auree epilettiche si sente fragile infatti in questi casi e molto frequente che il soggetto piaga e cerchi la protezione di una persona a lui cara.
Per quanto riguarda l’aspetto emotivo la persona e molto affettuosa e dolce verso chi la comprende.
Essa ha bisogno di tanto affetto comprensione da chi li circonda.
Seguendo questo tipo di epilessia da ormai 2 anni ho capito che anche le parole sono importanti e a volte servono di più di tutto il resto.
Le parole danno speranza al soggetto e a volte lo aiutano a vivere e a non sentirsi solo.
A volte comunque è estremamente difficile aiutare questo tipo di persone (almeno dal mio punto di vista) bisogna a mio avviso avere molta forza d’animo e voglia di lottare e soprattutto molto amore da offrire e da ricevere.
2 commenti:
Hai ragione! Bisogna avere un cuore enorme, anzi due! a volte ci fermiamo e pensiamo di non riuscire ad abbracciare questi casi che in realtà dovrebbero farci attaccare di più alla vita. Invece dovremmo donarci di più al prossimo, perchè se è difficile donarci agli altri è mille vote maggiore la difficoltà di chi chiede aiuto!
concordo con te ma sai questo mio amico e più di un sempilce amico e il mio ragazzo e spero anche il mio futuro marito.
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